Pernigotti: alle lavoratrici e ai lavoratori in lotta il governo del "cambiamento" risponde con passerelle e false illusioni




6 Febbraio, dopo 160 anni di storia è stata sancita la fine della produzione presso lo storico impianto di Novi Ligure, l’accordo siglato tra le organizzazioni sindacali confederali e la proprietà turca Toksoz, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza anche di rappresentanti politici locali, ha posto in cassa integrazione per un anno, per cessazione di attività, i circa 100 dipendenti e ha lasciato sul lastrico altri 150 lavoratori interinali privi di un dignitoso sostegno al reddito. Inoltre tale accordo, avendo il timore che si potesse trasformare in occupazione, mette fine all’assemblea permanete messa in atto dai lavoratori in fabbrica. Nulla sono servite le promesse del Ministro Luigi Di Maio che, proprio all’incontro del 15 novembre, aveva tuonato: “Concederemo la Cassa integrazione per cessazione, solo se l’azienda ci garantisce la reindustrializzazione e che i lavoratori continueranno a lavorare”, mangiando poi un cioccolatino tra i lavoratori in presidio sotto al Mise regalando di fatto solamente uno spot pubblicitario alla proprietà.

Le false illusioni sono poi continuate da parte del vice Premier a 5 stelle durante una sua successiva visita il 5 gennaio direttamente presso lo stabilimento dolciario piemontese, per poi arrivare al 5 febbraio, giorno in cui Di Maio neanche ci onora della sua presenza in quello che poi si è rilevato l’epilogo della vicenda. Il tutto è stato delegato al suo uomo di fiducia, sottosegretario allo sviluppo economico, Giorgio Sorial alle prese con la sua prima vertenza al Mise dopo che di Di Maio aveva allontanato dall’unità di crisi aziendali Giampiero Castano, ex dirigente Fiom, da 11 anni al servizio di governi e padroni presso il Ministero di via Veneto. A quanto pare nulla sembra cambiato dalle precedenti esperienze, tant’è che l’unica soluzione possibile per i lavoratori è stata la chiusura dello stabilimento con la promessa di trovare una chissà quale reindustrializzazione del sito ormai privo del marchio, infatti i proprietari turchi hanno esternalizzato le attività ottenendo una riduzione del costo del lavoro ma mantenendo appunto il marchio Pernigotti e Di Maio ha concesso la Cassa Integrazione che non voleva concedere fino tre mesi fa.

 

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI PERNIGOTTI VITTIME DELLE FALSE

PROMESSE ED ILLUSIONI DEL GOVERNO GIALLO-VERDE

 E DEGLI ACCORDI DELLE DIRIGENZE SINDACALI!

UNICA SOLUZIONE OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE!


Fronte di Lotta No Austerity
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